Agostini racconta di aver sempre voluto fare lo chef. Anche per lui la scuola alberghiera, poi il problema di come imparare a cucinare e di dove farlo. Il paese dove vive, Pennabilli, è molto decentrato, è un piccolo paese a cavallo fra Marche, Romagna e Toscana: per un giovane di vent’anni fare il cuoco da queste parti era impensabile. Terminata la scuola, dopo alcune esperienze negli alberghi della riviera, arriva la delusione. Pensava addirittura di abbandonare il mestiere. Di fare altro.
Poi gli si presenta l’opportunità di un ristorante a San Marino, la Taverna Righi al fianco dello chef Luigi Sartini. Con lui Agostini scopre il mondo della ristorazione. Dopo qualche anno l’occasione più importante: fare uno stage da Vissani. I primi tempi sono duri. Qui Riccardo deve iniziare tutto daccapo, dimenticare le cose già fatte, ricominciare da zero. Qui si comincia con il lavare i piatti e riassettare la cucina. Pian piano riesce però ad entrare nella brigata. Più va avanti, più cresce la fiducia nei suoi confronti, fino a ricoprire ruoli più importanti. E’ un’esperienza fondamentale che dura 10 anni, che gli ha permesso non solo di lavorare al fianco di uno chef così di alto livello, ma anche di conoscere il mondo della cucina e della ristorazione a 360°.
Poi ecco la responsabilità di organizzare banchetti e cerimonie in piena autonomia, la possibilità di curare la stesura di alcune opere editoriali di Vissani. Ma c’è soprattutto il resto di questa formazione, i fondamenti che segnano ancora oggi il suo modo di lavorare: la conoscenza di una cucina diversa da quella abituale, girando in lungo e in largo per partecipare a manifestazioni, inventare bisbocce di lusso, e affiancare anche altre “grandi” brigate, e di poter così confrontare diverse realtà. Secondo Riccardo il bello di questa cucina itinerante è quello di poter usufruire e manipolare le materie prime più diverse, e anche visitare le cucine regionali al fianco di un profondo conoscitore dei sapori e degli aromi del nostro paese. Ecco però riaffiorare la voglia di aprire o magari affiancarsi a un locale già conosciuto.
L’Osteria del Povero Diavolo di Torriana cerca in quel momento uno chef di grido per fare il salto di qualità nell’alta ristorazione, e Riccardo, considerato uno dei più promettenti tra i giovani cuochi italiani, riuscirà nell’intento. Il tutto lascerà spazio, dopo due anni, al suo ristorante, Il Piastrino, a Pennabilli, ma non prima di aver curato personalmente e minuziosamente la ristrutturazione durata ben 9 mesi. Il Ristorante, che ha aperto i battenti il 29 marzo 2007, e appena 2 anni dopo nel 2009 ha ricevuto la stella Michelin, è ospitato in una bella casa in sasso, tipica dell’Appennino marchigiano romagnolo. Le tre salette interne sono piacevolissime soprattutto con l’atmosfera che nei mesi invernali i due caminetti riescono a diffondere, così come il giardino estivo che a quell’altitudine regala la possibilità di dimenticare il caos che si respira nella riviera romagnola, in questo piccolo paese regna silenzio e tranquillità.
Piatto del Festival
Passatello in zuppetta di cozze alla marinara